Ricerca: in Italia aumentano pubblicazioni e brevetti

In Italia gli investimenti in ricerca e sviluppo non sono ancora al livello di altri stati europei, come Francia e Germania. Ciò nonostante, i ricercatori sono riusciti ad aumentare il numero delle pubblicazioni sulle riviste scientifiche e dei brevetti depositati.

Buoni risultati dai ricercatori italiani

Dal 2000 al 2016 il contributo italiano alle pubblicazioni scientifiche è infatti passato dal 3,2% al 4% della quota mondiale, raggiungendo la Francia. Un risultato ancora più apprezzabile, sottolinea la relazione, se si pensa che i paesi occidentali hanno visto la propria quota ridursi, con l’imporsi di paesi emergenti, primo tra tutti la Cina. La posizione dell’Italia è migliorata in biologia (passata dal 3,7% del 2000 al 4,5% del 2016), psicologia (dall’1,7% al 2,9%) e scienze della terra (dal 3,6% al 4,9%).

La qualità della ricerca Made in Italy

Anche la qualità degli studi, misurata con le citazioni medie per articolo scientifico, è cresciuta dal 2000, tanto che l’Italia è ora pari alla Germania e alla Francia e molto vicina al Regno Unito. Altri dati positivi arrivano dai brevetti: aumentano quelli depositati da imprese e autori italiani. Il settore di punta è l’ingegneria meccanica, che concentra il 42% delle domande di brevetto. Nei diritti di proprietà intellettuale sulle innovazioni di tipo non tecnologico, come progettazione o modelli ornamentali, l’Italia è seconda solo alla Germania. Si conferma la specializzazione produttiva italiana in settori ad alto contenuto di conoscenza e collegati ai settori tipici del Made in Italy.

Più risorse per la ricerca medica

L’analisi combinata dei dati di spesa in ricerca e sviluppo e dei risultati ottenuti con pubblicazioni scientifiche, brevetti, commercio hi tech, mostrano la necessità di valorizzare e moltiplicare meglio l’impatto delle risorse e di investire maggiormente anche nella ricerca in campo medico.

Fonte: repubblica.it